Un soggiorno in pieno relax, immersi tra trattamenti, welness, riposo, cibi e bevande d’alto pregio così come l’accoglienza e la cura degli ospiti.
Conosco Bad Kleinkirchheim dall’inizio degli anni ’80, invitato dall’Azienda di soggiorno per l’inaugurazione dell’ovovia del Kaiserburg. Poi iniziai a frequentarla suggerito da un amico medico naturalista, che me ne aveva descritto le virtù salutistiche. Considerata la Cortina d’Ampezzo della Carinzia e dell’Austria del Sud, il suo anfiteatro di montagne ricche di carbonato di calcio e di magnesio e di acque calde e benefiche offre quelle proprietà di benessere e rilassamento che si sommano all’altitudine superiore ai 1000 metri per rendervi il soggiorno davvero gradevole. Vi ho trascorso diverse vacanze di Natale, anche prolungate, frequentandone i locali e gli intrattenimenti più in e visitati dai turisti e villeggianti. Che per gran parte, d’inverno, sono per gran parte italiani. Gli stabilimenti termali, le piste per lo sci nordico. Ho trascorso anche una notte di Capodanno all’hotel Ronacher, senza però addentrarmi nelle sue proposte. Sarà che nell’età adulta, da giornalista, mi capita di frequentare per lavoro luoghi e siti di pregio. Ma gli alberghi dell’Austria più vicini a noi, mi riferisco alla Carinzia, davvero riescono a creare un’atmosfera per i clienti italiani che rende poi difficile il distacco per il rientro alla vita quotidiana. Perché questa introduzione? Per chi frequenta la località carinziana, d’inverno come d’estate, sfugge all’attenzione la presenza di un gran hotel arroccato ai piedi della montagna, a poca distanza dalla strada della vallata, ma sufficientemente discosto per assicurare silenzio e serenità ai suoi ospiti. Si trova alle spalle delle Terme di Santa Caterina. E c’è un motivo ben preciso: i fondatori, la famiglia Ronacher, ai primi del ‘900 vollero scommettere che si poteva far sciare gli austriaci anche nel Sud del Paese. E avviarono una locanda nei pressi della chiesa all’interno della quale sgorga l’acqua termale. Poi, come accade in tutte le località, probabilmente di origine vulcanica, l’acqua prese a sgorgare anche a ridosso della locanda. Oggi, quest’acqua, che bagna decine di migliaia di turisti nelle terme pubbliche adiacenti, alimenta raffreddata a 28/29 gradi, 5 piscine dell’hotel, una interna, quattro esterne (una con l’aggiunta di sale marino). E disseta dalle fontane di ametista distribuite nell’ampia e riservata zona welness, i visitatori delle saune, e della SPA. Nel tempo l’Hotel Ronacher è cresciuto. E oggi è in grado di ospitare 200 persone. Coccolandole con una cura e un’attenzione che sono pari alle cinque stelle, quattro stelle superiore, che lo contraddistinguono. Lo staff che lo ottimizza e migliora di anno in anno, guidato da Simone Ronacher, la splendida figlia della più nota chef dell’Austria, che però non esercita nel locale, ma nel suo ristorante di Salisburgo, ha saputo integrare il complesso alberghiero alla perfezione nell’ambiente alpino. Tanto che solamente le foto esterne ci aiutano a comprenderne l’estensione. Tanta è stata la cura nel valorizzare il paesaggio esterno, occultando alla vista cospicue porzioni dell’hotel. Ma partiamo dall’inizio: l’ingresso, realizzato di recente, ci introduce al giardino degli elfi, dove d’estate sono organizzati intrattenimenti. Dalla reception alle stanze, immersi in un ovattato arredo che se è di chiara ispirazione carinziana, emana sensazioni dettate dal buon gusto che ha ispirato i curatori. Puntiamo in alto e parliamo di una delle suite. Al 5.piano, un paesaggio incantato in ogni stagione ci mostra il monte dedicato allo sci e la porzione della vallata e della cittadina rivolta a Sud. E il cuore della località. Allestita in tipico stile carinziano, con i pavimenti, le pareti, il soffitto mansardato tutti in legno pregiato. Quattro ampi locali dispongono la zona dinner, separata da una splendida stube dall’area soggiorno dotata di grande e comodo divano letto. Il terrazzo, alle spalle della insegna dell’hotel, è in comune con l’ampia camera da letto. Il bagno non tradisce le attese. Ci spostiamo verso Ovest, e scopriamo ciò che Simone e la splendida Pr Carolina ci avevano anticipato: la suite ‘Mille e una notte’. Dedicata alle coppie, dotata di sauna e bagno turco, idromassaggio, cucina, camera con letto ad acqua, un terrazzo con vasca con idromassaggio che lascia vedere solamente la parte alta della vallata, aperta proprio verso Ovest. L’arredo è proprio da favola, e viene proposta solamente per frazioni di giornata. Anche dalle camere è possibile raggiungere la zona wellness in accappatoio e ciabatte. E immergersi fra i trattamenti, dai massaggi ayurveda con olio caldo, allo sciatsu. Per passare alla grotta di ametista, ai bagni nelle piscine, alle saune finlandese, biologica… Se ne avete la forza è possibile fare colazione di primo mattino, per poi non perdere nemmeno un secondo del wellness, dai divani in mezzo all’erba, alla zona silente della piscina. Poi, fino a mezzogiorno, la colazione. Il locale ove scegliere il buffet è di dieci metri per dieci. Ogni parete propone dolci, pani, verdure, yogurt, centrifughe, numerose varietà di muesli, marmellate, mieli, ma anche formaggi, burri, affettati tipici, piatti caldi a base di uova come omelette, ma anche uova arricchite dalle erbe aromatiche alpine. Al bar, le stesse possibilità di degustazione sono accessibili anche arrivando in accappatoio dalle piscine. Di tempo, e desiderio per uscire dall’hotel, dopo avere consegnato le chiavi dell’auto al portiere, ve ne rimarrà davvero poco. Fino ad arrivare alla sera, per l’approccio con la cucina. Simone e Carolina ci spiegano che le scelte, il gusto dello chef e del ristorante, sono stati tarati nel tempo verso la clientela italiana. Che è maggioritaria. Lo chef, Michael Oberrauter, carinziano, da oltre dieci anni al Ronacher,è valso al ristorante dell’albergo il riconoscimento di ‘due cappelli’ dalla guida che, per l’Austria, rappresenta lo stesso percorso prestigioso della Michelin. Materie prime di alta qualità e di prossimità, le uova bio del contadino della vallata, le erbe e piante officinali dell’orto dell’hotel e degli agricoltori del territorio. E così via. Si sommano a una scelta calibrata degli ingredienti e dei sapori. Poi, scopriamo l’elemento che fa innamorare gli italiani della cucina del locale: l’aiuto chef è salernitano. Giuseppe Nocera Scafati, dopo esperienze in Italia e in Svizzera, da dieci anni a al Ronacher. Introducendo quella contaminazione e quel calore mediterraneo che rendono davvero ricercata la cucina dell’hotel, che pure parte da una base di lavoro mutuata dalla cucina carinziana. Ed è supportata da una cantina che dispone di 150 etichette di grandi vini del Burgenland, della renania, dell’estero. Abbiamo provato un Riesling a tutto pasto, e la scommessa è stata vinta. Un esempio della cura dei piatti? Un semplice uovo in camicia arredato con erbe officinali, è proposto in un piatto dotato di 16 cellette, in quindici delle quali sono posizionate verdure, salse, complementi da abbinare all’uovo. O il piatto dei cioccolatini, dalle fragole immerse nel cioccolato fondente, ai lamponi, ai cioccolatini fatti in casa. Viene proposto nel corso della giornata anche in camera, per colazione, o per merenda. Ronacher nel corso dell’anno ospita diversi eventi dedicati agli ospiti. Dalla musica serale nella zona del bar, al cinema dedicato nella sala riservata. A eventi culturali. Ma forse, viste le caratteristiche dell’hotel, di intrattenimenti, davvero, anche se sono un arricchimento del soggiorno e delle opportunità, non se ne sente il bisogno.
Carlo Morandini