RivieraFriulana: febbraio è il mese per recuperare il gusto della tradizione friulana e rivierasca
A Porpetto la ‘Fieste dai nemoraz dal purcit’ si rinnova da 52 anni
L’idea di Aligi Grop diviene l’icona del sapore della tradizione locale a La Tavernetta
Cinquantadue e non sentirli. Oltre mezzo secolo fa è nata la ‘Fieste dai nemoraz dal purzit’, la Festa degli innamorati del maiale. Nata dal desiderio di rendere concreta la saga della norcineria, che fa parte della tradizione friulana e del nordest. Di avvicinarla al grande pubblico, ma in particolare di farne un’occasione per rafforzare il legame tra gli amici, delle famiglie, delle coppie, attorno alla tavola e per trasmettere nel contempo il sapore delle radici, l’essenza della cultura del territorio. Ora, la festa, che non si svolge più soltanto nel giorno di San Valentino, ma a seguito del successo si sviluppa per l’intero mese di febbraio, è un’icona della cucina della tradizione. L’occasione per degustare cibi e pietanze che diversamente rischiano di scomparire dalla memoria del gusto. Se non, perché vengono riproposte dalle nonne, o da qualche appassionata o appassionato dei sapori d’un tempo. O da cuochi consapevoli del valore del gusto della memoria. Come Ezio Grop, che assieme alle sorelle Clia e Mari, alla nipote Tahirin, perpetua l’evento ideato da suo padre Aligi e da mamma Elsa. Per mantenere viva la memoria del fondatore del ristorante La Tavernetta di Porpetto, nella Riviera Friulana. E per rafforzare ulteriormente l’appeal di un locale che è entrato nel corpo di gourmet, appassionati, degustatori, buongustai di tutto il Nord Italia, e non solo. Negli anni, la capacità di Ezio di ingentilire il menù del maiale si è affinata, edizione dopo edizione. Anche perché, finita la Festa, il locale di Porpetto ritorna a proporre una cucina moderna, ancorché ancorata ai prodotti della stagionalità, ma in particolare del territorio. Prodotti di prossimità, che divengono parti di piatti dal sapore autentico. Valorizzato dalle capacità dello chef Ezio Grop. Un menù articolato, rivolto ai golosi, ma soprattutto a chi non si vuole perdere il gusto dell’essenza della tradizione locale. Ottimizzato da una mano sapiente capace di affascinare e fidelizzare a sapori non replicabili. Perché frutto del lavoro nelle campagne, della civiltà contadina che per secoli ha caratterizzato l’area friulana e rivierasca. Dall’immancabile prosciutto crudo, al salame fresco all’aceto, alle orecchie fritte, all’orzo e fagioli, alla mitica minestra di riso e salsiccia. Si passa al bollito di ossa e piedini, alla lingua con paté di cavoli, alla salsiccia pancetta e spiedino alla griglia, al cotechino e brovada, al fegato al vino, al carré al latte, alla costa con umido con patate, allo stinco al forno, ai biscotti gialletti al mais. Il tutto assecondato dai grandi prodotti del vigneto regionale: dal Prosecco, a Merlot o Cabernet, al Verduzzo.
Carlo Morandini