• Gio. Nov 21st, 2024

RIVIERA FRIULANA: E’ RIVIERASCA LA PROPOSTA PER L’AFFERMAZIONE DELLA DOC PROSECCO NEL FVG

IL PRESIDENTE DELLA DOC AQUILEIA: I PRODUTTORI DI PROSECCO SI TASSINO DI UN CENTESIMO A BOTTIGLIA

Arriva dalla Riviera Friulana la proposta per accelerare l’effettiva estensione della DOC Prosecco al Friuli Venezia Giulia. Uno dei problemi che per ora frenano l’affermazione della nuova zonazione viticola dedicata a uno dei vini spumante più venduti al mondo è rappresentato dalla necessità di impiantare vigneti di Prosecco nei pressi della frazione carsica di Trieste, che ha dato il nome al prodotto enologico. L’area nei dintorni della località prescelta per divenire il vigneto fondante del Prosecco è il ciglione carsico. Che è però soggetto a restrittivi vincoli urbanistici. Inoltre, per rendere fruibile l’area da parte dei viticoltori della zona (attualmente meno di un ettaro dei vigneti del Carso è destinato alle viti di Prosecco) occorre operare una serie di interventi di bonifica del territorio e va realizzata una rete viaria di accesso e di servizio. Con costi che sono rilevanti, viste le ristrettezze del momento. Ma se è vero che come è stato detto proprio a Prosecco nel corso di una conferenza stampa indetta dalla Regione Veneto, la Regione che possiede i maggiori interessi sulla produzione di tale vino spumante (14 mila ettari), presenti l’assessore all’Agricoltura veneto, Franco Manzato, e il direttore centrale dell’Agricoltura del Friuli Venezia Giulia (200 ettari di Prosecco), Luca Bulfone, lo scorso anno sono state prodotte 200 milioni di bottiglie di Prosecco, e si prevede che quest’anno tale quantitativo salga a 230 milioni, ecco la proposta rivierasca. Il presidente della DOC Friuli Aquileia, responsabile delle aziende Cà Bolani e Cà vescovo di Terzo d’Aquileia, e winemaker del gruppo Zonin, ha proposto che siano i produttori di Prosecco a tassarsi per raccogliere i fondi necessari a eseguire i lavori. Marco Rabino rappresenta una delle più importanti aziende venete che producono Prosecco. Un solo centesimo per ciascuna delle bottiglie vendute annualmente consentirebbe al mondo enologico di concorrere concretamente all’esecuzione degli interventi. Per portare la piccola e suggestiva frazione carsica di Prosecco al centro dell’attenzione dell’enologia di tutto il globo. E dare un’identità definitiva allo spumante italiano più diffuso. Per comprendere quali sono le potenzialità della nuova DOC, secondo le stime attendibili degli enologi cinesi (sono circa 4000), entro pochi decenni in Cina si consumerà un miliardo di bottiglie di Prosecco. E’ bene dunque che a produrre questo vino tipicamente italiano sia il nostro Paese. Inibendo sofisticazioni e brutte copie che spesso hanno messo in bilico all’estero l’immagine delle nostre peculiarità del gusto. E la scelta di Prosecco quale sede della DOC ha lo scopo di tutelarne la denominazione.

                                                                                       Carlo Morandini

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