PER TUTTO NOVEMBRE EVENTI DI DEGUSTAZIONE DA LIGNANO SABBIADORO, A MARANO LAGUNARE, A PORPETTO, AD AQUILEIA
E’ davvero un festival dei sapori quello che attende gourmet, appassionati, curiosi del gusto per i prossimi tre fine settimana, nella Riviera Friulana. Una sequenza di serate-degustazione che condenserà anche i sapori del tartufo, sposati con il pesce adriatico, abbinati con i generosi vini del territorio, affini specialmente alle pietanze a base di pesce nostrano, attende infatti anche coloro che temevano l’arrivo dell’autunno come un periodo di ‘empasse’. Ad aprire gli eventi sarà, venerdì 13 novembre, Lignano Sabbiadoro (UD), con il ristorante Al Bancut di Arnaldo Anastasia. Che ha avviato di recente il suo calendario di serate a tema per la stagione più fresca con un azzeccato abbinamento tra i funghi e il pesce adriatico. Stavolta, come sempre perfettamente assecondato dallo chef, Martino Vizzon, cuoco dell’anno, Anastasia mira a portare i gourmet della località balneare, e gli ospiti della Lignano d’autunno che non cela il suo fascino, verso i profumi del prezioso tartufo. Abbinati, stavolta, ai pesci della laguna. Perché Vizzon, con Anastasia è attento alla stagionalità, anche nella disponibilità del pesce. Come lo sono gli altri ristoratori rivieraschi che saranno di scena con le serate a tema delle prossime settimane. Ciò rappresenta una reale garanzia di freschezza dei prodotti che sono alla base delle pietanze anche più elaborate. Anche se un altro paradigme dello chef Vizzon e degli altri cuochi che citeremo è la semplicità dei piatti. La serata de Al Bancut sarà promossa da Toscobosco, l’azienda di Castiglion Fiorentino che distribuisce il tartufo a numerosi tra i più famosi chef d’Europa. Sarà aperta dal bocconcino di cefalo in cartoccio con tartufo al burro nocciola con l’aperitivo. Per antipasto ecco l’anguilla affumicata con la crema di mais al profumo di tartufo e il tortino di passera e la fonduta di Montasio tartufata. I primi: la tradizionale zuppetta di gò, il ghiozzo, con i fagioli borlotti sarà arricchita dal tartufo. Così come il delicato tagliolino all’uovo con le veraci sgusciate e scaglie di tartufo. Secondo: scaloppine di volpina in crosta morbida di pane tartufato e patate affumicate. Sempre venerdì 13 novembre, ancora nella Riviera Friulana, ad Aquileia (UD), all’Hotel Ristorante Patriarchi di Franco e Paola Mattiussi, ci sarà la serata ‘A tavola con gli antichi romani’. Lo chef Stefano Pagliuch proporrà piatti ricavati dai racconti del primo cronista enogastronomico conosciuto, il romano Apicio, ovviamente adattati ai gusti moderni. Ancora il tartufo sarà di scena venerdì 19 novembre a Porpetto (UD), alla Tavernetta Da Aligi. Nel locale condotto da Clia Grop il menù arricchito dal tartufo sarà quello tipico friulano. Sempre venerdì 19 novembre, a Marano Lagunare (UD) l’Agape del Ducato dei vini friulani. Il sodalizio enogastronomico che propugna i valori della civiltà contadina ed è ora guidato da Piero Villotta, ha scelto per la prima volta, dopo un convivio di una quindicina d’anni fa tenutosi a Lignano Riviera, nuovamente la Riviera Friulana per una delle sue tappe di degustazione. Il tema sarò quello del Bisato in speo. Autore ne sarà il Nobile ristoratore Giorgio Dal Forno. Complici i vini delle tre DOC rivierasche: Friuli Latisana, Friuli Annia, Friuli Aquileia. Si andrà dal bicchiere con polenta e carusoli al profumo di elicriso, olive di canoce e alghe fritte; al sandwich di pane con filetti di triglia e carciofi ripassati e fette di petto d’oca; alla crema di carciofi con cicala di mare in busara bianca e julienne di carciofi fritti. E ancora, minestra di brodo di gallina friulana con filetti di lucerna di mare, piselli, pomodorini e scaglie di tartufo nero. E infine il re della tavola maranese: il bisato in speo o anguilla allo spiedo. E non è finita! Il 26 novembre, sempre a Marano AI tre canai, serata de ‘la canocia’, o cicala di mare. Convivio che vuole esaltare il proverbio maranese dettato dalla saggezza locale, che recita così: “A Santa Caterina meio una canocia che una galina”.
Carlo Morandini