La mostra ‘L’arte delle Muse nell’Isola d’oro ‘presenta una suggestiva esposizione delle opere dei mosaicisti diplomati alla Scuola mosaicisti del Friuli di Spilimbergo (Pn), ed è organizzata dall’Associazione culturale Corte degli artisti di Sedegliano (Ud) con il supporto del Comune di Grado e il patrocinio del Club per l’UNESCO di Udine. E’ visitabile dalle ore 18 alle 22, e propone gli artisti:
Arcieri Alberto
Biasion Ilaria Maria
Belcaro Beatrice
Buttignol Ilaria
Buzzi Gabriella
Cafarelli Francesca
Colusso Elena
Dagmar Friederich
Doretta Lui
Franco Debora
Gortan Paola
Moruzzi Sergio e Nicolas
Marcon Michela
Mucchiut Serena
Peressini Nello
Petris Luciano e Fabrizio
Platolino Chiara
Rigo Nicola
Serafin Giulia
Tosolini Jolanda
Zanelli Carolina
Il mosaico è un’arte antica, nata per motivi pratici più che estetici, perché l’argilla smaltata o i ciottoli venivano utilizzati per proteggere o ricoprire muri e pavimenti realizzati in terra battuta.
I primi usi ornamentali di coni di argilla dalla base smaltata di diversi colori risalgono al 3 mila a.C., ai Sumeri, e servivano per proteggere la muratura che era fatta realizzata in mattoni crudi.
Nell’area minoico-micenea, nel secondo millennia.C. al posto dei tappeti veniva impiegata una pavimentazione a ciottoli più resistente e impermeabile.
Una tecnica utilizzata anche in Gracia dal V secolo a.C.. dal IV secolo a.C. sono utilizzati cubetti di marmo, onice e pietre varie, che consentono una maggiore definizione dei disegni, e dal III secolo a.C. sono utilizzate le tessere tagliate.
Una tecnica che si ritrova nell’antica Roma dalla fine del III secolo a.C., servivano a impermeabilizzare il pavimento di terra battuta. Con l’espansione in Grecia e in Egitto crescerà l’interesse per il valore estetico e la ricercatezza delle composizioni.
All’inizio gli specialisti arrivavano dalla Grecia importando a Roma tecniche di lavorazione e soggetti dell’arte musiva ellenica.
Poi il mosaico romano crescerà diffondendo lo stile romano in tutto l’Impero con temi figurativi, motivi geometrici, arabeschi, vegetazione stilizzata.
Testimonianze importanti sono oggi visibili a Pompei, che raffigura la Battaglia di Isso, quelli di Villa del Casale in Sicilia, di Zeugma, sull’Eufrate, in Turchia.
Come quelle del periodo tardo imperiale ad Altino, in Abruzzo, e ad Aquileia, su temi cristiani.
Dopo secoli di sviluppo e poi di declino, il mosaico vive una notevole rinascita nel Novecento, in seguito alle esperienze dell’Impressionismo e dell’Astrattismo e in seguito alla nascita dello stile Libertye del Decò, con Antoni Gaudì e Gustav Klimt.
Inizierà a essere strumento per comunicare contenuti sacri o politici. Per vivere una nuova era di affermazione nel XX secolo. E se il centro del mosaico contemporaneo è la città di Ravenna, dove si svolge la rassegna Biennale, Spilimbergo (Pn) ospita l’istituto i formazione all’arte musiva che ha origine nel 1922 come Istituto di educazione.
Nel primo dopoguerra nacque per offrire opportunità di studio e lavoro ai giovani soprattutto del Friuli e dell’area pedemontana. L’iniziativa fu di Lodovico Zanini delegato della Società umanitaria di Milano e del sindaco di Spilimbergo, Ezio Cantarutti.
Raccoglie la tradizione e l’esperienza dei terrazzieri e dei mosaicisti della pedemontana friulana che dal ‘500 hanno tracciato nel mondo le vie del mosaico.
Oggi la Scuola mosaicisti è ritornata agli obiettivi originari, e si propone di dare senso alla storia e spazio alle soluzioni contemporanee, stimolando ricerca, creatività, la partecipazione personale, sviluppando le funzioni didattica, promozionale e produttiva.