1057 medici dell’Ampas, molti dei quali sospesi dalle rispettive ATS per la loro coerenza e libertà di pensiero, aderiscono con convinzione alla protesta dei portuali di Trieste (e ormai, a cascata, di molte altre città), nella cui lotta ad oltranza contro la grave violazione costituzionale rappresentata dall’obbligo di green pass nei luoghi di lavoro, si riconoscono appieno.
Siamo di fronte ad una ripetuta ed inaudita violazione dei nostri diritti costituzionali, guidata da un presidente del consiglio dei ministri mai eletto da nessun cittadino, i cui intenti e obiettivi sembrano ogni giorno più lontani dalla salute del paese e dalla tanto ventilata ripresa economica.
In tutto il mondo si parla ormai di “dittatura italiana” mentre gli ormai irriconoscibili residui dei sindacati operai manifestano contro il “fascismo”, senza preoccuparsi del fatto che forse dieci milioni di italiani perderanno il loro lavoro per la sola colpa di aver esercitato il loro diritto costituzionale alla libera scelta di cura.
Nessun paese al mondo ha istituito vincoli così assurdi, e la maggior parte dei paesi europei ha ormai cancellato ogni restrizione. Noi no. Siamo dal 2017 paese cavia (pardon: capofila) delle politiche vaccinali mondiali e abbiamo svenduto la nostra libertà in cambio di un piatto di lenticchie con cui i nostri politici hanno ritenuto di guadagnare potere e notorietà, alleati ad alcuni medici corrotti e a molti giornalisti asserviti, che ci raccontano, in queste ore, di “gioiose accettazioni” del certificato verde, mentre la realtà (leggibile sui quotidiani esteri o sulle poche testate ancora libere) ci descrive piazze straripanti di manifestanti pacifici ma decisi a non tollerare più questo scempio democratico.
Il circo sta per finire.
La risposta della gente sta arrivando sempre più forte, e il grande liquidatore ha questa volta esagerato. L’Italia è un paese libero, che radica la sua storia e la sua Costituzione nella lotta partigiana e nella capacità dei cittadini di rialzare la testa anche nelle situazioni più drammatiche. Ora la misura è colma.
Noi medici stiamo venendo selezionati da leggi liberticide che comporteranno la sospensione e poi la radiazione in massa di tutti coloro che, onorando il giuramento di Ippocrate, abbiano conservato senso critico e capacità di discernimento, visitando ancora (contro le assurde regole ministeriali) i propri pazienti, e offrendo loro assistenza domiciliare invece che protocolli criminali (come “Tachipirina e vigile attesa”) su cui la magistratura di Bergamo sta da tempo indagando.
Lo scopo è chiaro: creare una classe di medici ubbidiente alle linee guida delle industrie farmaceutiche, che sono poi le aziende che hanno guadagnato miliardi da questa pandemia, sottraendoli alle tasche di tutti noi.
Noi non ci stiamo e ci schieriamo con convinzione a fianco dei portuali di ogni città e accanto a tutti coloro (forze dell’ordine, insegnanti, operai, sanitari, impiegati) che sono stati o saranno discriminati da queste leggi assurde e anticostituzionali che il massimo tutore della Costituzione di questo paese non si è mai neppure sognato di mettere in discussione.
Questo pass non ha alcun significato sanitario (il vaccinato può infatti trasmettere il virus a chiunque altro, paradossalmente anche al non vaccinato con tampone negativo), ma solo politico. Ed è il primo passo verso un controllo sociale del cittadino che ad oggi è in atto solo nelle peggiori e più evolute dittature, grazie al quale ci sarà concesso di vivere solo se in obbedienza alle regole governative, fossero anche le più assurde e liberticide.
Combatteremo dunque ad oltranza con le armi della disubbidienza civile fino a quando ci sarà possibile: perdendo il nostro lavoro, ma non la nostra dignità.
Riempiamo le piazze e mostriamo al mondo, se ai giornalisti italiani dovesse sfuggire, che gli italiani veri hanno la forza di reagire e di opporsi ai dittatorucoli che periodicamente cercano di impossessarsi del paese più bello del mondo, quello che detiene più del 75% delle opere d’arte del mondo intero.
Non smetteremo di lottare fino a che questi infami provvedimenti non verranno ritirati e fino a che non saranno ripristinati i diritti costituzionali che qualcuno, mai eletto da nessuno, sta cercando di toglierci.
Non è più tempo di fare distinzioni: destra e sinistra non esistono più. Esistono solo pecore e lupi. Noi siamo lupi e non sarà facile eliminarci.
Chi obbedisce, oggi, è complice. Noi non lo siamo e non lo saremo mai.
1057 medici rischiano di non poter più lavorare, ma 1057 medici potranno anche dire a testa alta che non hanno svenduto la loro dignità per qualche euro, o per pagare il mutuo casa, come tanti altri.
I pazienti, state certi, sapranno riconoscerci.
Hanno scritto che si può imbrogliare tanta gente per poco tempo o poca gente per tanto tempo, ma mai tanta gente per tanto tempo. Quel tempo, lo diciamo ai mistificatori della realtà che da due anni ci riempiono di frottole, sta per scadere.
È ormai questione di poco, poi la bolla scoppia. Draghi e i suoi ministri principali (mai eletti da nessuno, ma da lui scelti solo perché allineati al suo progetto) ha sbagliato a fare i calcoli, considerandoci tutti rane bollite. Non lo siamo e non lo saremo mai. Chi ha generato tutto questo per trarre vantaggi economici e di potere, pagherà, affrontando in prima persona l’ira funesta di chi da questi immondi figuri è stato umiliato, discriminato, colpito nei suoi affetti più cari, nascondendo le cure che potevano salvarli.
La falce del mietitore può essere lenta ma prima o poi arriva. Chi ha la coscienza pulita non ha nulla da temere. Gli altri si preparino, perché una rivolta popolare senza precedenti è in arrivo.
Buon presidio, buona lotta ad oltranza, buona vita.