LO CHEF GIORGIO DAL FORNO E LA MOGLIE CLAUDIA DA SEMPRE PROMOTORI DELL’IDEA RIVIERASCA
A Marano Lagunare (UD), la città friulana della pesca, di parlata veneta, da tempi lontani la tradizione della cucina locale si fonde con quella adriatica e veneta. Al Ristorante ‘Ai tre canai’ lo chef – titolare maranese, Giorgio Dal Forno, da oltre una decina d’anni propone piatti che consentono di ripercorrere la storia della località. Lo fa attraverso i sapori e le pietanze che mutuano i cibi della memoria con le contaminazioni d’una cucina moderna. Riscoprendo abitudini di cucina e ingredienti che spesso recupera dai ricordi di casa, e della pesca. E che ricerca nell’ambiente naturale lagunare: alghe sapide e minerali, piante di barena che ricordano il gusto di vegetali tipici della terraferma, come la senape e il cren. Dal Forno, coadiuvato in sala dalla moglie, Claudia Zorzin, è impegnato infatti da sempre nella messa in rete dei sapori, ed è tra i fondatori della confraternita locale Compagnia del bisato, ideata dall’indimenticato promotore maranese, Valerio Ghin, e ora nell’Associazione culturale no profit, La Riviera Friulana. E’ altresì impegnato a fondo, Dal Forno, nel recupero delle tradizioni. A ragion veduta, perché riprende i racconti che gli fece il nonno Basilio Dal Forno, pescatore degli inizi del ‘900. O suo padre, con il quale si recava a pesca nelle acque vallive e lagunari alla ricerca degli anfratti dove si rintanavano gli esemplari più saporiti dell’anguilla. E che tuttora, per una lontana passione, concorre ad arredare il ristorante con modelli di barche che riproducono in miniatura quelle più famose della marineria maranese, addirittura i casoni da pesca lagunari, le nasse da pesca. ‘Ai tre canai’ si respira dunque l’atmosfera tipicamente marinara. Anche perché Giorgio Dal Forno alla fine gli anni ’70 è stato campione italiano di windsurf. Un’atmosfera marinara che concorre a predisporre il palato alla degustazione dei piatti locali ed elaborati. Dal pesce sfilettato ai molluschi da consumare crudi, accompagnati da salse naturali e accostamenti sempre legati alla stagione e al luogo. Agli antipasti gratinati e crudi. Ai primi come la gustosa zuppa di ghiozzo, alle paste anche preparate in casa. Ai risotti di pesce e di molluschi. Ai secondi, pesci nobili dell’Adriatico spesso proposti in preparazioni antiche o innovative. Ai crostacei adriatici. Alle seppie, al polipo. Ma il piatto forte dello chef tipicamente maranese, è il ‘bisato’, l’anguilla. A Dal Forno si deve la riscoperta dell’ora più blasonato e fino a pochi anni fa dimenticato piatto maranese: l’anguilla allo spiedo, sul posto ‘bisato in speo’. Conosciuto ormai su vasta scala, esaltato dai navigatori del gusto, come Edoardo Raspelli, presentato in televisione, da Linea Verde, è talmente semplice quanto gustoso: anguilla arrotolata allo spiedo, di legno di essenze nobili, inframezzato da foglie d’alloro e sale grosso. Il segreto è la cottura: almeno oltre due ore e mezza. E il risultato, la sua fragranza, la croccantezza delle carni e della pelle, cambiano con il variare delle stagioni e delle condizioni meteo-climatiche. Ovviamente, visti i temi di cottura, va prenotato almeno il giorno prima della degustazione. Una recente variante al ‘bisato’, Dal Forno l’ha individuata nell’anguilla affumicata, ma prima marinata. Ma lo chef locale spesso si cimenta anche nella bottarga di pesci adriatici. La cucina de ‘Ai tre canai’ predilige i vini del vigneto Friuli Venezia Giulia. Ma si sposa bene anche con le varianti del Nord Est, nazionali ed estere.
Carlo Morandini
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